14 agosto 2009

DIETRO GLI SCANDALI D'ALEMANNO?

Solo sulla pubblicistica di estrema destra si trovano analisi di questo tipo. Come mai? Eppure non c'è alcuna traccia di congetture fanatiche e i conti sembrano tornare tutti. Pubblico un articolo comparso sulle pagine web di "Azione e Tradizione". E se cliccate qui o sul titolo vi rimando ad una pagina di iniziativa politica dentro il PD ma oltre il suo attuale scenario di nomenklatura.

"D'Alema ed Alemanno contro Vendola ed Emiliano. Gli intrighi di palazzo ai danni della Regione Puglia"
di Gianvito Armenise

Le inchieste giudiziarie che stanno sferzando da qualche settimana la classe politica pugliese hanno fatto emergere, anzitutto, una serie di contraddizioni e di metastasi tutte interne al centro-sinistra. Infatti, soltanto una lettura poco attenta e superficiale dell’intera vicenda condurrebbe a trarre conclusioni affrettate e limitate al mero aspetto processuale magari arricchito di qualche particolare “hard” molto adatto ad un pubblico da ombrellone estivo. Quello che ci proponiamo è, invece, di scandagliare più in profondità l’aspetto politico della vicenda per investigare i legami meno noti ed apparentemente sparsi nel tempo e nello spazio al fine di far emergere delle relazioni di sicuro interesse.

Ciò premesso, è indubbio che quella a cui si sta assistendo è una guerra senza esclusione di colpi che vede l’un contro gli altri armati D’Alema, il sindaco di Bari Emiliano ed il governatore della Regione Puglia Vendola. Una guerra senza esclusioni di colpi che ha inizio, almeno, nei mesi che hanno preceduto la scorsa campagna elettorale per le amministrative e per le europee. Infatti, la decisione di Vendola di correre per un seggio alle europee con il suo movimento “Sinistra e Libertà” nato da una scissione all’interno di Rifondazione Comunista, non venne gradito dal PD di D’Alema. Vendola dichiarò – in quella circostanza - di non necessitare di alcun lume tutelare né di precettori. Durante quel braccio di ferro si inserì uno colonnelli del “leader Maximo di Gallipoli” Nicola Latorre il quale con tono lapidario avvertì: “(…) mi auguro che abbia considerato e soppesato le conseguenze politiche che la sua scelta di candidarsi alle europee potrebbe avere” (1).

Chiaro il messaggio rivolto a Vendola? Siamo agli inizi di aprile del 2009. La giustificazione ufficiale dei d’alemiani era riconducibile ad un aspetto politico: quello di evitare i doppi incarichi che avrebbero potuto causare un’eccessiva proliferazione di compiti.

Il secondo fronte del conflitto riguarda, invece, il Comune di Bari. Sempre in quelle settimane convulse che precedette l’ufficializzazione dei nomi dei candidati sindaci nel capoluogo pugliese, Emiliano candidato per il centro-sinistra nonché segretario pugliese del Partito Democratico, fu costretto a sponsorizzare il nome dell’on. De Castro per un posto sicuro nella lista del PD alle europee. Infatti, come si è poi verificato, l’elezione di De Castro a Strasburgo ha consentito all’indagato Alberto Tedesco di subentrare proprio a De Castro al Senato della Repubblica Italiana come primo dei non eletti e godere, quindi, delle garanzie derivanti dall’immunità parlamentare. Alberto Tedesco, ex assessore regionale alla sanità pugliese, della corrente socialista del PD e coinvolto in una serie di scandali su cui la magistratura sta indagando, aveva minacciato di candidarsi come sindaco di Bari se non gli fosse stato assicurato un posto proprio a Palazzo Madama (2). Il più preoccupato di questa scelta, ovviamente, era proprio Emiliano, timoroso di perdere voti a sinistra nella competizione amministrativa barese. Dal canto suo De Castro non aveva alcuna intenzione di correre per le europee sia pure per un seggio sicuro al parlamento europeo (3) ma dovette sottostare al segretario regionale Emiliano. Da quel momento i veti incrociati e le faide interne al PD esplosero e si fecero più marcate.

Finite le elezioni con la vittoria di Emiliano a Bari, Vendola azzera improvvisamente la giunta regionale rincorso dalle voci di probabili coinvolgimenti di suoi assessori in scandali giudiziari. Riceve il “no” secco dell’UDC e del movimento della Poli Bortone “Io Sud”. La nuova giunta vendoliana è una dichiarazione di guerra a D’Alema con nomi di assessori esplicitamente ostili al “baffetto” e concordato proprio con Emiliano frattanto candidato alla segreteria regionale del PD. I “D’Alema boys” nella nuova giunta targata Vendola perdono Frisullo e vedono inserirsi i nomi dell’economista Viesti (in passato ostile a Frisullo), dei democratici (ex Margherita) Capone e Amati vicini a Franceschini ed in rotta proprio con D’Alema nella corsa alla segreteria del PD (4).

Evidente la risposta politica di Vendola ed Emiliano a D’Alema. La partita che si sta giocando coinvolge i destini della segreteria regionale pugliese del PD, tappa intermedia per poter poi determinare il candidato per le elezioni regionali del 2010 con tutto quello che ciò comporterà in tema di scelte politiche ed economiche sui destini della Regione Puglia crocevia di importanti accordi in campo energetico ed industriale. Ed il nome gradito alla corrente di D’Alema sarebbe Francesco Boccia, già assessore al Comune di Bari, consulente di Romano Prodi, amministratore straordinario del Comune di Taranto in dissesto finanziario, già sconfitto nelle primarie del 2005 proprio contro Vendola e capace di dialogare con la parte moderata come l’UDC. (5)

Dunque, ci si trova davanti a colpi e contraccolpi che coinvolgono esponenti di primo piano del Partito Democratico sia a livello nazionale che a livello locale con accordi e smentite all’ordine del giorno. L’altra linea di combattimento è, quindi, la corsa alla segreteria regionale e nazionale del PD con Emiliano e D’Alema ancora una volta belligeranti. Su questo fronte D’Alema è giunto a Bari il 31/07/2009 per sciogliere le riserve ed ufficializzare il nome del sindaco di Melpignano (Lecce) Sergio Blasi per la mozione Bersani in Puglia. Da notare il messaggio politico a Vendola di disponibilità ed apertura in chiave anti-Emiliano in quanto Blasi vanta una solida amicizia proprio con l’attuale governatore della Regione Puglia. Nell’annunciare il nome del Sindaco di Melpignano D’Alema non ha risparmiato frecciate proprio al sindaco di Bari: “il partito non è un dopolavoro, né un secondo o terzo lavoro: richiede un impegno pieno”.

Compresi fronti di battaglia, scenari tattici, alleanze presunte ed effettive resta da chiedersi perché tutto questo interessamento per la regione Puglia da parte di D’Alema & Co. Occorre interrogarsi sui motivi (inconfessabili) che stanno alla base di questo flirt di D’Alema e dei suoi uomini per i destini della porta d’oriente d’Italia. E questa ricerca investigativa ci porta fino a Roma, nella capitale governata da Gianni Alemanno, neoeletto sindaco di Roma. E proprio Alemanno sta facendo da apripista a D’Alema. Fantapolitica? Affatto. Se si leggono le cronache politiche e finanziarie degli ultimi mesi si capirà bene che i destini della Puglia e dell’Acquedotto Pugliese passano da Roma e vedono alleati proprio D’Alema, Alemanno, Geronzi (numero uno di Medio Banca) e Caltagirone (noto costruttore romano impegnato nel campo dell’editoria e la cui figlia è compagna di Pierferdinando Casini, leader dell’UDC protagonista anche in Puglia di accordi proprio con il PD).

Il patto Alemanno-D’Alema (subito ribattezzato “D’Alemanno”) è datato maggio 2009 e ruota attorno all’ACEA, l’azienda capitolina impegnata nel settore energetico ed idrico (6) con ben 3 miliardi di euro di ricavi e 200 milioni di utili annui (7). ACEA vede una quota di partecipazione maggioritaria il Comune di Roma e quote minoritarie appartenenti per il 7,5% a Caltagirone e per il 10% ai francesi di Suez-Gaz de France. Venerdì 8 maggio 2009 occorreva individuare uno dei nuovi consiglieri di amministrazione di ACEA ed il sindaco Alemanno, con il suo 51% di quote aveva stabilito che il nome dovesse essere indicato dal PD romano. All’inizio tutti d’accordo sul segretario generale dell’Anci, Angelo Rughetti (8) fino a quando non interviene D’Alema per scompaginare ogni ipotesi di accordo e far sedere un uomo a lui vicino: Andrea Peruzy, il quale oltre ad essere membro in molteplici consigli di amministrazione (Alenia, Poligrafico, Crédite Agricole) è azionista anche di Suez nonché, aspetto fondamentale della vicenda, tesoriere della fondazione d’alemiana Italiani Europei (9).

Il nome del d’alemiano Peruzy, quindi, costituisce l’anello di congiunzione mancante per completare il mosaico che giunge fino in Puglia e che vede interessi convergenti del PD con l’UDC. Caltagirone, infatti, in ACEA ha uomini considerati a lui molto vicini: il presidente Giancarlo Cremonesi e “l’amministratore delegato Marco Staderini (uomo di fiducia del genero di Caltagirone, Pier Ferdinando Casini)” (10).

D’altronde il “patto d’acciaio” Alemanno-D’Alema si è ripetuto negli stessi giorni di maggio allorché è comparso il nome di De Bustis “banchiere rosso” del Monte dei Paschi di Siena (11), amico di D’Alema nella costituenda Fondazione Roma Mediterraneo. Un progetto colossale a cui sta lavorando il sindaco Alemanno per promuovere la città di Roma nel bacino del Mediterraneo (12). Questa fondazione dovrà gestire, nel prossimo quinquennio, un patrimonio colossale da 1,5 milioni di euro. I protagonisti dovrebbero essere la società londinese mercantile Bridge Ltd collegata proprio al nome del d’alemiano De Bustis e costituita il 12 maggio 2009 appena 24 ore prima della delibera approvata in Giunta Comunale per la costituzione della Fondazione (13).

Insomma, il flirt tra Alemanno (di origini baresi) e D’Alema avanza e si rafforza. Ma torniamo alle vicende pugliesi. L’ingresso di un uomo di D’Alema nel consiglio di amministrazione di ACEA consentirà di dettare legge sul business dei dissalatori, dell’energia elettrica e dell’acqua. Occorre ricordare che fu proprio il governo D’Alema che avviò nel marzo del 2000 la vendita dell’Acquedotto Pugliese spa all’Enel mediante trattativa diretta ed escludendo, di fatto, le Regioni Puglia e Basilicata. Trattativa poi naufragata per le polemiche che tale decisione sollevò e per il ritiro dell’Enel dalle trattative. (14) Nei mesi successivi a quelle fasi concitate, Alemanno contestò l’ingresso del colosso Enel in Aqp ma non la privatizzazione in quanto tale preferendo l’ingresso di realtà locali in Aqp (15) e nel giugno del 2002 si parlava di un forte interessamento proprio di Calragirone per l’Acquedotto Pugliese (16). La partita della Presidenza della Regione Puglia, quindi, ha come tavolo di gioco il destino dell’Acquedotto Pugliese, il primo acquedotto d’Europa con una rete idrica di ben 20.000 km, 400 impianti di sollevamento, più di 300 serbatoi, 161 impianti di depurazione, 20,8 m3/s di portata e che alimenta un sistema di quasi 150 imprese con più di 10.000 addetti (17). Sulla privatizzazione dell’acquedotto Pugliese, Vendola si è sempre opposto (malgrado la defenestrazione di Petrella) mentre Francesco Boccia non ha mai mostrato riserve di alcun tipo. L’allora assessore all’Economia del Comune di Bari dichiarava senza mezzi termini che “bisogna rispolverare l'idea che Massimo D' Alema aveva nel 1999” (18), ossia proprio la privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese con la cessione all’Enel.

Boccia candidato ideale per governare la Regione Puglia, capace di guardare al centro e dialogare con l’UDC e ben visto da D’Alema. Vendola colpito da scandali giudiziari ed impresentabile per ricoprire il secondo mandato. Michele Emiliano, alleato di Vendola nella sfida anti-D’Alema, uscirà sconfitto nella corsa alla segreteria pugliese del PD e non potrà far valere il suo “peso” nella scelta del candidato ideale per guidare la Regione Puglia nel lustro 2010-2015.

Gli scandali giudiziari toccano il PD? Chissenefrega. D'altronde riguardano Tedesco, componente socialista, sponsorizzato da Emiliano (per tornaconti elettorali). D’altronde D’Alema a Bari qualche giorno fa l’aveva detto: il PD non è un’associazione a delinquere e non ha legami con la criminalità organizzata .(19)

Staremo a vedere ma di una cosa siamo certi: i destini della Puglia saranno irrimediabilmente segnati se si continuerà a guardare a questa regione con gli stessi appetiti di chi l’ha depredata negli ultimi 40 anni.

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NOTE:
1) “Latorre: non temiamo candidatura di Vendola” di Valentino Losito da “la Gazzetta del Mezzogiorno” del 08/04/2009.
2) “L'ex assessore alla Sanita pugliese, Alberto Tedesco: il Pd candidi De Castro alle europee o i socialisti del Pd sono pronti a scendere in campo da soli” di Bepi Martellotta da la Gazzetta del Mezzogiorno” del 08/04/2009.
3) “De Castro: A Strasburgo? Preferisco restare a Roma” di Alessandro Flavetta da “la Gazzetta del Mezzogiorno” del 02/04/2009.
4) “L’ultimo schiaffo al Pd: blitz concordato con D’Alema, Franceschini e Casini” di Francesco Strippoli da “Il Corriere del Mezzogiorno” del 07/07/2009.
5) “Vendola contro D'Alema, e il Pd si spacca sul rimpasto” di Paolo Russo da “la Repubblica” del 03/07/2009.
6) “Acea iacta est. Nasce la santa alleanza tra Caltagirone e D’Alemanno” di Claudio Cerasa da “il Foglio” del 13/05/2009.
7) “Gli intrighi di D’Alema: per risorgere fa accordi con Alemanno e Casini” di Laura Cesaretti da “il Giornale” del 13/05/2009.
8) “Acea iacta est (…)”, cit.
9) “Gli intrighi di D’Alema (…)”, cit.
10) Ibidem.
11) Il nome di de Bustis è legato alle tristi vicende di alcuni prodotti finanziari come "My Way" e "4You" ed alle vicende della banca 121. Si veda: “Un banchiere rosso per Alemanno”, di Stefano Sansonetti da “Italia Oggi” del 08/07/2009.
12) “Un banchiere rosso per Alemanno”, cit.
13) Ibidem 14) Mozione della Camera dei Deputati, seduta del 19 novembre 2001.
15) “Acquedotto, l'Enel pronta a lasciare Alemanno: uso improprio dei fondi” da “la Repubblica” del 06/11/2001.
16) “Caltagirone e Acea una pista per Fitto che piace a Casini” da “la Repubblica” del 14/06/2002.
17) “D’Alema, l’acqua e la Regione” di Saverio Ricci da “il Resto” del 12/07/2009.
18) “Boccia: l'Aqp resti pubblico e il Comune entri nel capitale” di Lello Parise da “la Repubblica” del 19/02/2005.
19) “D’Alema difende il partito: niente tangenti nei bilanci” di Francesco Strippoli da “il Corriere del Mezzogiorno” del 01/08/2009.

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