13 agosto 2009

ITALIA DEI VALORI CONTRO NICHI VENDOLA

RIPORTO INTEGRALMENTE UNA NOTA DI ADELE DENTICE SULLA VICENDA:
"Nella tempesta sanità si è aggiunto il veleno nauseante dello sciacallaggio politico, fisiologico dopo ogni cataclisma, una fase questa dove si oltrepassano i limiti consentiti cercando di rubare facili consensi per sostituire se stessi ad altri; prevedibile, quindi, l'isolamento politico di Vendola, la sua messa in un angolo da parte di chi, come l'Italia dei Valori, pur avendo rifiutato incarichi nella seconda giunta regionale - dopo aver però dispensato attestati di stima al governatore per il recente rimpasto - ora mette in atto iniziative mediatiche inutili magari per poi soddisfare il proprio appetito di poltrone grazie alla visibilità ottenuta; mi riferisco al sit-in "di solidarietà" al pm Di Geronimo tenutosi il 10 agosto davanti al tribunale (e presenziato dal partito di Di Pietro), che è stato è un segnale veramente negativo. Personalmente continuo a ritenere che la politica sia etica, serietà e impegno e, pur essendo critica rispetto all'operato della attuale giunta regionale, credo che comunque debba meritare una analisi corretta e ritengo moralmente discutibile lo strumentale attacco che mira ad addossarle tutta la responsabilità dello sfacelo attuale, un disastro le cui radici affondano nella rete della malapolitica che ha preceduto il governo in atto. Se Vendola ha fallito sulla sanità, su cui aveva costruito la sua battaglia elettorale e su cui ha vinto nell'oramai lontano 2005, non possiamo certo dimenticare l'offensiva del governo di Fitto - Palese contro la sanità pubblica e il Piano di Riordino ospedaliero che tagliava interi reparti ridimensionando gli ospedali di Terlizzi, Trani, Bisceglie, Maglie,Triggiano, Il SS. Annunziata di Taranto, il Giovanni XXIII di Bari ed il Vito Fazi di Lecce (Il taglio complessivo sarebbe di 2.200 posti letto). L'idea era quella di attuare un pesante ridimensionamento delle strutture sanitarie pubbliche, con servizi ridotti e poco funzionali e potenziare, attraverso varie e laute convenzioni, gli amici privati. Quindi sanità di serie A e sanità di serie B e l'introduzione di ticket, mercificando anche il diritto imprescindibile alla salute. Le responsabilità di Vendola nel terremoto in atto che si sta abbattendo sulla sua giunta è nella "continuità", soprattutto nella scelta dei nomi da collocare ai vertici della sanità, nomi indifferenti ai «cambi di regime»; un elenco lunghissimo in cui territorio per territorio troviamo le stesse persone da destra a sinistra: "il comitato d'affari" come lo ha definito lady Asl Lea Cosentino, di cui Vendola non poteva non sapere. E non poteva non sapere se le scelte politiche sono andate verso una direzione che ha permesso il varo di provvedimenti legislativi ad personam o sostituzioni di nomi ai vertici delle direzioni sanitarie, per accontentare il nome unico cha aleggia su tutta la sanitopoli pugliese. Oggi, ciò che mi disturba è quello che altri stanno cercando di fare cavalcando la vicenda per far credere a tutti di essere i "giusti salvatori" una palese prova di esercizio puntata alla facile ricerca del consenso. La politica per me, lo ripeto, è "etica, serietà e impegno", lontana da quell'appetito che si è scatenato trasformando in un evento ciò che dovrebbe essere riflessione e, per molti, una possibilità persa di stare zitti. Le forze politiche che oggi si autoproclamano "l'unica opposizione" e pretendono di rappresentare il disinteresse impersonificato, incitando la magistratura a fare il proprio dovere, sono le stesse sulla cui linearità politica bisognerebbe discutere. Basterebbe ragionare sulle posizioni contraddittorie in materia ambientalista dell' IdV, che nel 2006 si definiva contro gli inceneritori , mentre poco più di una anno fa esattamente il 7 GENNAIO 2008 il suo leader allora ministro affermava "Avremmo potuto avere termovalorizzatori efficienti ed efficaci già da molti anni se non ci fossero stati ostacoli in nome di uno pseudoambientalismo di facciata", o la pattuglia di senatori dell'Idv che ha votato con il centrodestra per salvare la società per il ponte sullo Stretto di Messina."

Non ho alcuna simpatia per Italia dei Valori e sono contento di sentire una voce dissonate che pone questioni politiche. Adele Dentice, ex Rifondazione Comunista, uscita subito dopo i compromessi fatti da Vendola nella formazione della prima Giunta e che avrebbe preferito che si rinunciasse a governare dopo la vittotia elettorale per mantenersi puri all'opposizione. A lei chiedo:
- se la politica di Fitto era "quella di attuare un pesante ridimensionamento delle strutture sanitarie pubbliche, con servizi ridotti e poco funzionali e potenziare, attraverso varie e laute convenzioni, gli amici privati." in nome di quale alternativa si è votato Vendola? Sono d'accordo con lei a dire che è troppo facile oggi imputare a Nichi Vendola ogni male ma proprio per questo non occorrerebbe chiedersi su cosa si è formata un'alleanza anti Fitto? Perché è da queste alleanze elettorali che nasce la necessità dopo di doverle rispettare e costruire degli assetti di Giunta, di governo. Se la questione è politica e non morale allora che ognuno se ne assuma la sua responsabilità, compreso Adele Dentice come ex R.C. e oggi Per il Bene Comune. Quale riforma sanitaria avrebbe dovuto atture Vendola? Non sento risposte chiare e convincenti.
- a sentire Italia dei Valori io non faccio salti di gioia ma non mi sono chiare le accuse di incoerenza mosse da Adele Dentice. Non sono ambientalisti e non sono contro il Ponte sullo stretto? E allora? Cosa c'entra? O per Adele Dentice la politica è etica solo quando si persegue quella che per lei è una politica giusta? Sarebbe come cadere dalla padella del moralismo giustizialista alla Di Pietro alla brace di un integralismo da "pensiero unico". Alla fine quello che si capisce è che si vuole contestare a Italia dei Valori di essere gli unici "oppositori" di Vendola da sinistra. Un argomento che fa sorridere visto il peso che Italia dei Valori ha a confronto con le piccole forze di opposizioni di grillini, per il bene comune, rifondazione stessa e suoi corollari. Anche perché non si capisce in nome di cosa questi ultimi contesterebbero Vendola ed è qui che torna tutta la questione politica. Italia dei Valori lo fa in nome della sola "questione morale". Tutti gli altri dicono "sì, però" ma poi non continuano il discorso.
La conclusione è che Nichi Vendola va difeso nel merito politico da quanti pur avendo partecipato alla sua vittoria ora esulano dal dirci quale alternativa si voleva o si doveva praticare sulla Sanità in Puglia. Va invece reguardito se lui per primo fugge da tale verifica politica e si nasconde dietro insunuazioni sul PM e richiesta di incompatibilità territoriali. Non ci piacerebbe infatti assimilare la Puglia di Vendola alla Campania di Bassolino... ma forse Nichi su questo non è così netto e ci dispiace assai. Ovvio che in tale ambiguità trovi spazio Italia dei Valori. E' uno spazio legittimo anche se per me non condivisibile al 100%.

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