17 novembre 2010

A MILANO COME IN PUGLIA VINCE IL PD...

... quello DELLE PRIMARIE, s'intende!
NON VINCE infatti Nichi Vendola che senza il popolo delle Primarie del PD non esisterebbe.
PERDE DI SICURO la direzione del PD e non solo quella milanese.

Oggi (ndr: ieri) Michele Serra descrive in modo efficace questo paradosso. In una situazione normale non solo il PD ma l'intero centro sinistra avrebbe fatto fatica a trovare un candidato. Ne è stato un esempio l'ultima tornata elettorale per il Sindaco di Roma. Invece grazie alle Primarie avviene il miracolo e per Milano si presentano 3 auto candidature, tutte dalla società civile. A questo punto la Direzione del PD che fa? Ci dice Serra che anziché sentirsi per un giorno Gastone preferisce tornare ad essere Paperino e fa l'unica cosa sbagliata che si potesse immaginare di fare. Ossia, anziché gridare al successo della propria iniziativa e congedare i candidati con un bel "vinca il migliore!", si mette in cagnesco contro tutti e tre, ne esce un quarto tutto targato "apparato" e blinda le Primarie stesse non concedendo agli altri tre le liste degli elettori e altre amenità. Insomma blinda il candidato come se volesse deciderlo a prescindere e cerca di imporlo ai propri militanti con vecchie logiche di disciplina
(vi ricordate Boccia in Puglia? fu la stessa cosa!). Come se non bastasse si mette pure in cagnesco e e fa capire a tutti che o vince quello, il suo, oppure ha vinto Vendola. Fantastico! Ma che le fai a fare le Primarie se poi devi dire che hai perso se non vince il candidato "del Partito" (definizione di per se inaccettabile e contraddittoria con le Primarie stesse). Quack Quack! Una mossa da Paperino! Che si merita tutta la sfortuna e suscita persino simpatia per quanto è cocciutamente idiota. Questo è il PD! Ma non è questo il "popolo" del PD!

Avviene però sempre e dappertutto. E' avvenuto lo scorso inverno in Puglia dove gli elettori del PD - e non quella piccola parte che vota SEL - hanno scelto Vendola. Avviene a Bologna dove l'unico candidato favorito ai sondaggi e che proviene anch'egli dalla società civile, Andrea Segrè, lascia la corsa per il clima di sospetti e sgambetti degli apparati di un Partito che anche lui non esita a definire "conservatore" (ndr: di se stesso!). Ed ecco che anche a Bologna salirà Vendola a prendersi una vittoria che vale quanto è valsa in Puglia, dire no a chi vuole rottamare non il vecchio ma l'unica cosa buona e nuova che c'è: le Primarie.

Eppure un dato significativo queste "vittorie" contro l'apparato conservatore del PD ce lo presentano e chiaro: il calo di
partecipazione. Colpa delle Primarie? Al contrario, colpa di chi le demolisce cercando di truccarle o di trasformarle in pre elezioni di Partito, contrapponendo il candidato di PD a quello di SEL anche quando questo non c'è ma facendo di tutto perché lo diventi.

Al contempo colpa anche della soluzione "identitaria" date ad essa dalla discesa in campo di Vendola. Infatti nessuna di queste campagne vendoliane riesce a trasformarsi in una espansione di entusiasmi e in una mobiltazione che vada oltre la cerchia più ristretta del "popolo identitario di sinistra". Un "popolo" più largo della somma degli iscritti di PD e SEL ma non più di tanto. Un "popolo" abituato a correre agli appelli anche quando è stanco e a rispondere sempre e comunque come un riflesso condizionato ad ogni stimolo che sia identitario. E' il "popolo" che ha eletto Bersani Segretario anche se giurava di odiare D'Alema ed è lo stesso "popolo" che poi smentisce con soddisfazione Bersani quando cerca di dargli una "Linea che non
c'è" pur di dirgli che loro sono ancora più "di sinistra". E' il "popolo di Vendola", ne è lui il Leader naturale, ma lo stesso Nichi
aspirava a molto di più un tempo o meglio questo ha voluto farci credere per poi dimostrare che così non è. Infatti questo "popolo" gli consentirà di ritagliarsi uno spazio politico a sinistra del PD. Uno spazio che alcuni nel PD si augurano di veder crescere e di poterglielo presto lasciare, così da levar loro ogni imbarazzo di moderazione opportunistica e interessata. E' il Partito degli Amministratori che da sempre lavora dentro il PD e contro il progetto di un PD maggioritario. Non vedono l'ora di poter fare un pentapartito Fini UDC Rutelli PD e SEL. E a questo gioco ci stanno tutti! Nessuno escluso. Lo hanno dimostrato anche i Forum appena conclusosi a Bari con D'Alema e Vendola già vestiti del loro ruolo.

Tiro allora le mie conclusioni e provo anche a rilanciare la posta:

1) la vittoria di Pisapia a Milano è la vittoria delle Primarie e quindi del PD come nuovo Partito per la democrazia partecipata (che è una cosa seria di cui si discute in tutto il mondo... tranne che nel
PD!);

2) Pisapia è un "moderato", già candidatosi con la sinistra radicale ma come indipendente. E' la miopia del PD di oggi e delle sue componenti storiche di ieri a regalarne il successo a Vendola. Se le Primarie si fossero svolte in altro clima la sua sarebbe stata una vittoria del PD e di sicuro avrebbe trascinato al voto un elettorato diverso da quello "identitario" che ha richiamato Vendola e che nei numeri non è incoraggiante (77.000 in tutta Milano... sic!);

3) bene ha fatto la Direzione milanese del PD a dimettersi. Non come quella pugliese dopo la sconfitta tragica di Boccia! Se Sergio Blasi si fosse dimesso avrebbe consentito un rinnovamento del Partito in Puglia mentre così rimane schiavo lui stesso da una parte dei veti incrociati delle minoranze e dall'altra dei condizionamenti di una maggioranza a sua volta minoritaria nella società civile sul piano del voto d'opinione (che in politica ha il suo peso se non si vuole dipendere dai capibastone dei pacchetti di voti che poi finiscono per ricattarti e condizionarti su tutto). Ovviamente oggi non si prospettano affatto dimissioni e nessuno le invocherebbe più ma resta da augurarsi che il Segretario Regionale in Puglia vada avanti nella strada intrapresa con i Forum facendone solo l'inizio di un processo senza rete di sicurezza e non la messa in scena di un copione triste quale quello a cui abbiamo assistito nel suo epilogo politico con D'Alema;

4) la sconfitta a Milano è una sconfitta di tutta la Direzione del PD. Di fronte alla chiara espressione di Nichi Vendola che la sinistra prima di parlare di alleanze deve definire una propria identità le sconfitte ieri in Puglia e oggi a Milano mettono in discussione non tanto Bersani quanto la sua Segreteria politica e la linea scelta - dopo il Congresso! - di lavorare PRIMA alle alleanze e DOPO al programma. Questa linea l'elettorato del PD la sta contestando ma il PD continua a proporla oggi per bocca di Rosy Bindi, per esempio, che ipotizza una coalizione anche con Fini per le prossime elezioni "e il nostro elettorato lo capirà...". Ne sei proprio sicura Rosy?

5) questo "popolo di sinistra" sopra descritto resta immaturo e incapace di essere egemone, legato com'è alla nostalgia di una
identità perduta, incapace com'è di uscire dalla tragedia del secolo breve di cui egli stesso è complice responsabile sino a quando non fa un bagno di umiltà dei propri retaggi ideologici. Perché questo avvenga occorre un processo di partecipazione che lo faccia calare sui problemi concreti. Il rischio è che oggi questo "popolo di sinistra" ci faccia perdere ancora ma è un rischio che si deve iniziare a correre. L'unico antidoto è non abbandonarlo al messianismo vendoliano, vuoto di contenuti concreti. L'antidoto è già nei nomi di Pisapia e di Segrè, nella loro autocandidatura fuori dagli apparati del PD, nel seguito che potevano suscitare nella società civile. Una società desiderosa di tornare ad essere società politica, rendendo giustizia a questa avvilente separazione che lo stesso linguaggio ormai testimonia;

6) in Puglia ancor più che altrove si avverte ormai il limite dell'esperienza Vendoliana. Essa coniuga la promessa messianica con
una sostanziale povertà di contenuti reali se non quelli di una "buona amministrazione della cosa pubblica" anch'essa vissuta come pura retorica moralistica e non come derivato pratica di una "prassi". Vi è insomma un limite di coraggio politico in Vendola, un limite che è tutto scritto anche nella sua biografia politica. L'appello identitario è costruito come abito per coprire un vuoto di elaborazione politica. Vendola ripropone niente più che il welfare, uno stato sociale da contrapporre a quello liberale tanto più quanto più è possibile. Il resto, il web, internet e tutto quello di cui si parla e si associa a lui, è usato come strumento di marketing politico. Nessuna elaborazione sulla democrazia partecipata, nessuna elaborazione da liberale di sinistra anche su temi che gli potrebbero essere congeniali come la plutocrazia perché liberale Vendola non lo è proprio. Preferisce sognare "mondi nuovi" e proporre come scenario politico l'occupazione del potere, da buon socialdemocratico del primo '900. L'incapacità di Vendola di moblitare ed entusiasmare oltre il "popolo di sinistra" è tutta dentro questo limite politico, testimoniato dal suo stesso linguaggio evocativo, buono per alcuni ceti medi intellettuali ma non per il paese reale, quello dei ceti produttivi;

7) un nuovo Partito non può dunque prescindere dal "popolo di sinistra" perché questo ne è il cuore ma non può nascere dai riflessi identitari quanto invece da nuove vitalità sociali e giovanili. La grave responsabilità storica delle componenti fondative del PD che sono i residui delle due principali esperienze politiche della prima repubblica è evidente. Hanno lasciato entrambe (ex PCI ed ex DC) i loro "popoli" senza strumenti, temendo che questi avrebbero potuti essere diretti contro loro stessi, come sarebbe stato giusto vista l'assenza di una guida politica nel processo di trasformazione, compiuto nel nome del semplice trasformismo. Occorre dunque rottamare ma per farlo occorre costruire l'auto nuova, una nuova classe dirigente. E per farlo occorrono strumenti nuovi, occorre un Partito ma diverso, occorre un processo di selezione democratica di cui si sono appena abbozzate le basi ma su cui ci si è arenati subito. Non basta dire Primarie. Occorre crederci e costruirgli intorno un metodo
di lavoro. Lo stesso per i Forum!

8) fino a quando il PD continuerà ad essere il Partito della Costituzione come oggi ha detto Bersani definendo cosa è essere di
sinistra non avremo messo nemmeno il primo mattone. Il PD deve essere il Partito che prefigura una nuova Costituzione che non rinneghi la prima ma che rinnovi lo spirito costruttivo all'altezza dei tempi che fu dei padri costituenti. Non è questa una partita da lasciare ai propri avversari politici. Non si gioca di rimessa su questo tema come
se nessun altro.

Lascio questo messaggio nella bottiglia, lo getto nel mare del web e torno alle mie occupazioni. Il PD per ora non mi offre molto di più! Anche per questo ho troppe cose da dire non sapendo nemmeno dove dirle e a chi... nonostante una tessera, un Circolo territoriale e un Gruppo di discussione non ufficiale ma tollerato (i Volunteers)...

Bari, 16 novembre 2010
A domani!

A Wanda Lograno, Selma Bellomo e altri 2 piace questo elemento.

Manuel Santoro Caro Angelo, penso si potranno avere punti di discussione e di collaborazione con i Volunteers sui punti da te
descritti.

Claudia Battafarano Ci sono spunti interessanti, mi riprometto di leggerlo domani a mente lucida, ma ribadisco il concetto a te noto: la sintesi non è il tuo forte! :-)

Mario Michele Pascale Concordo. Parole sagge.

Salvatore Sparapano Io le dimissioni di Blasi continuo ad invocarle...ma a parte questo, si potrebbe solo aggiungere che tra i
"paradossi" vi è che la attuale dirigenza del PD che non crede allo statuto del partito. E' legato ancora alla idea del partito fatto
dalle sezioni (o "circoli") che seguono la linea dettata dall'alto ossia dalla segreteria. Del resto ciò è coerente con una "nomeclatura" che si autolegittima da sè oramai da decenni. Ed anche SEL non fa eccezione ed anzi sta messa peggio. Essere un "volunteers" significa anche seguire paradigmi che siano opposti a tutto questo.

De Cesare Paolo Luigi Mi dispiace Salvatore ma i titolati a chiedere le dimissioni di Blasi sono gli iscritti al PD. Possono cambiare
l'amministratore di una ditta i soci di quella ditta. Per il resto sono abbastanza d'accordo. Adesso non ci resta altro che finire il
giro e incontrare i segretari di tutti gli altri partiti:Idv, Sel, Verdi, Rifondazione, Radicali e Psi e spiegare loro che forse avrebbero convenienza a darsi da fare per un Partito Federale, per uno Stato Federale, per un sistema Bipolare, Bipartititico e Uninomnale preceduto da primarie per Legge, accompagnato da semplificazioni nella possibilità di indire referendum circoscrizionali,comunali, provinciali, regionali, nazionali, compresi i referendum propositivi e abrogativi di Leggi fiscali.

De Cesare Paolo Luigi ho messo unn link sui pastori sardi sul gruppo ADV..se perdono loro perdiamo tutti.

Filippo Coppola Le primarie furono pensate per un partito a vocazione maggioritaria,aperto all'esterno,interclassista in grado di
intercettare consensi in ogni ceto sociale. Se il PD e', come e', un partito identitario e di sinistra che parla soltanto al solito
elettorato di riferimento, se la competizione con Vendola si gioca su quel terreno di rappresentanza ,gli elettori di sinistra preferiscono Nichi (e' piu' originale, oltre che al fatto che ha maggior fascino). Per battere alle primarie gli ex rifondaroli i candidati del PD devono avere una forte caratterizzazione civica e aperta all'esterno, devono apparire autonomi e liberi dalle segreterie di partito e soprattutto con un forte profilo innovativo e riformista. Spero che dopo Milano a Bersani non venga in mente di eliminarle le primarie per evitare di fare ancora brutte figure.

Salvatore Sparapano Bene e tu che sei "titolato" le chiedi o no le dimissioni di Blasi ? Perchè fino ad ora non ho compreso la posizione in merito. Per inciso: non ho bisogno di alcun "titolo" per chiedere alcunché a chicchessia.

Salvatore Sparapano Nel merito: i referendum su leggi fiscali sono vietati dalla costituzione ( e ci mancherebbe). Sul "giro" dei
"prefissi telefonici" non saprei a che servirebbe. Piuttosto: apriamo discussioni con chi rappresenta per davvero le forze produttive come gli ordini professionali e le associazioni di categoria e studiare un "piano di lavori" inn comune a livello regionale in tema di amministrazione, economia, ambiente, agricoltura ecc.

Wanda Lograno dissento solo sulla tua opinione in merito ai forum, ai quali non ti ho visto presente...spero tu sia solo sfuggito alla mia attenzione. Il metodo è stato portanto avanti da professionisti "asettici" e tutto il lavoro è stato consegnato nelle mani del segretario e della Direzione, peraltro non è una conclusione ma solo un'inizio, o almeno spero che verrà inteso così.

Cecilia Ranieri grazie Angelo......spero di vederti presto!!!!!

Angelo Amoroso d'Aragona ‎@ Wanda. Ciao Wanda, piacere di leggerti e grazie. Non mi hai visto perché ero a Catania il 6 al Forum tematico a cui avevo deciso di dare il mio contributo e il 13 a Sanremo al Premio Tenco per lavoro. Ti assicuro che però ho partecipato più di tanti "presenti". Come Volunteers abbiamo incontrato De Santis e garantito il massimo sostegno che abbiamo dato anche da qui (ndr: facebook). Inoltre io ho scritto una relazione (lunga ovviamente!) che trovi tra le mie Note per il Forum sull'Innovazione sull'intervento regionale nel settore Cinema. Quindi NON DISSENTI AFFATTO ma sono stato forse
poco chiaro io. La pensiamo proprio uguale. Il mio appunto era sui "professionisti asettici" ma al contempo come Volunteers siamo tutti concordi che si deve dare una mano a farlo diventare un punto di inizio, difetti a parte.

NOTA (aperta a tutti) SU PROFILO FACEBOOK COPIATA E INCOLLATA CON I COMMENTI SINO ALLE ORE 10,00 DEL 17 NOV 2010

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