06 gennaio 2008

GLO-GOD

Il nuovo Papa delinea sempre meglio il suo pensiero. Come non condividerlo quando dice: ''La globalizzazione non è sinonimo di ordine mondiale. I conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, a ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale. C'è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti."
I problemi sorgono dopo. La speranza più grande di cui ci parla Papa Benedetto XVI non solo è Dio ma è unicamente il Dio dei cristiani, quello del Nuovo Israele, sinonimo di un Nuovo Ordine mondiale.
E' difficile pensare che possa essere diverso da così per un cristiano che non voglia essere un "cristiano della domenica". Il cristianesimo è una religione universalista e che non contempla forme di relativismo dell'esperienza spirituale.
Al contempo ricordare questo e dargli forza come ha fatto il Papa pone la Chiesa Cattolica e le chiese cristiane con essa in una posizione di competizione assoluta con le altre religioni. Esattamente come fa il fondamentalismo islamico.
Non credo che il Papa possa averci lasciato senza risposte su questo ma non se ne trova traccia nelle comunicazioni degli uffici stampa. E il mondo laico che fa? Fa finta di non capire? Non si interroga? Anche questo è un modo per non ascoltare. Chi non vuole apparire "contro", "anticlericale" o "ateo" risolve il problema facendo lo Struzzo.

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