16 gennaio 2008

GLOBAL GOD VS LOCAL GOODS

Evidentemente nei miei post precedenti sui discorsi del Papa per l'Epifania avevo visto giusto. COME SUI RIFIUTI A NAPOLI anche questa volta la politica responsabile entra in campo solo di fronte alle EMERGENZE. Per il resto la parola resta nelle mani del massimalismo di ogni tipo, fondamentalismi religiosi compresi ma ancor peggio i soli e miseri integralismi di ogni tipo e coloro, ateisti e laicisti compresi. Aggiungo solo alcune brevi considerazioni alle ovvietà del giorno dopo che oggi hanno riempito i giornali.
C'é una sinistra anticlericale e una sinistra massimalista che identificano questo Pontefice con l'idea rassicurante per ogni estremista di un Papa Reazionario. Io credo che sia troppo semplice e che invece questo Pontefice sia molto più utile al mondo laico dell'amato Papa Woitjla. Questo Papa tedesco ha la levatura di un filosofo e sposta infatti sul piano teologico il discorso, affrontando senza reticenza e con un radicalismo della ragione il confronto spinoso tra Fede e Ragione. Lo fa con un postulato programmatico rischiosissimo ossia quello di provare il fondamento nella Ragione della Fede. Il suo presunto attacco (da una Università si noti) all'Islam era invece un attacco alla Trascendentalismo, da quello monacale a quello protestante, da quello nichilista a quello appunto islamista. Più che invocare un generico ecumenismo delle fedi questo Papa apre invece ad un confronto con le religioni della tradizione ed in questo senso può meglio dialogare sia con gli ortodossi cristiani, sia con l'Islam. E vorrei ricordare - perché non di poco conto - che nel discorso sopra citato la novità assoluto era la dimostrazione razionalista della incompatibilità tra Fede e Fede imposta con la violenza. Altro che Papa delle Crociate! Un grande messaggio all'Islam, invece! Un argomento da poter riprendere e far rimbalzare per le Scuole coraniche desiderose di trovare alternative all'integralismo islamista. Questo il vero significato di quel discorso e che nessuno nel mondo laico è stato capace di leggere e riproporre all'Islam moderato (ma io preferirei dire democratico e moderno). In questo senso questa Papa è un continuatore e non un demolitore del precedente. E' stupidissima la lettura opposta. Paradossalmente le aperture del precedente erano meno capaci di gettari ponti con le altri religioni delle chiusure di questo. Ne è un esempio la messa detta di spalle. E' questo un gesto che riapre il dialogo con le Chiese Ortodosse e non è un gesto reazionario quanto piuttosto un ritorno alle origini della Fede. Per millenni i fedeli, anche quando erano comunità senza sacerdoti, pregavano in questo modo. Non è Uno che da le spalle come si vuol leggere nei commenti di questi giorni bensì è un Tutti che si rivolgono a Dio (al limite, si potrà dire, attraverso la mediazione di Uno per Tutti, il sacerdote che è comunque l'officiante). Nella messa le spalle del sacerdote caricano di mistero l'eucarestia e fanno sentire al fedele che in quel momento ci si sta volgendo tutti insieme ad un altrove (il cielo, lo spirito santo). Francamente per me il nemico reazionario ha un nome opposto, sono le messe con le canzonette strimpellate alla Sanremo, della serie "volemoci bene" e facciamo festa che mi sembrano al passo con un degradante segno dei tempi. Tranne poi avere nostalgia viaggiando per il mondo per l'intensità rituale di altre confessioni religiose e di altre culture! Il solito razzismo capovolto.
Polemicamente aggiungerei infatti che coloro che hanno tolto la parola al Papa sono gli stessi che hanno ritenuto offensive e da censurare le vignette sull'Islam. Io ho sempre ritenuto geniali le vignette del Male e poi di Cuore sul Papa e avrei difeso anche quelle sull'Islam. I miei amici di sinistra no. Loro si oppongono solo all'integralismo del Papa ma non a quello delle Moschee, nemmeno quando si trasformano in appelli all'omicidio di artisti, scrittori e registi.
A titolo di chiarezza aggiungerò soltanto alcune brevi note di deontologia laica:
- l'invito del rettore dell'università era corretto nella sostanza (il Papa è l'erede del fondatore di quella Università) e nella forma (non era il relatore bensì l'ospite e non è mai accaduto che al discorso dell'ospite segue il contraddittorio, mai!)
- il Papa aveva diritto di parola come altri avevano diritto di contestarla ma nei contenuti e non per impedirgliela
- i veri laici avrebbero avuto un'occasione straordinaria di confronto, un confronto che però è difficile e mette in gioco le questioni fondamentali del nostro futuro prossimo e sulle quali non c'é da stare in difensiva rispetto al richiamo che tutti i fondamentalismi religiosi rappresentano e che non è detto che si traducano tutti in integralismo
- quello a cui abbiamo assistito potremmo chiamarlo un fondamentalismo laicista e/o ateo trasformato in integralismo
- quella che rimane muta e senza argomenti è una sana cultura laica
- in tal senso poco mi importa delle campagne su aborto, sessualità, famiglia e confini della Scienza alle quali basterebbe ricordare a tutti che su queste questioni lo Stato non risponde per eticità ma per mediocre scelta di relativa opportunità (qualcuno oggi ha detto che quando si tratta di fare delle scelte sarebbe bene non tirare in ballo da blasfemi Dio), facendo scelte che devono risultare le migliori in quel momento e che possono sempre essere rimesse in discussione dai ritorni più o meno negativi che esse hanno. L'aborto illegale faceva morire le donne in altissima percentuale, la legge sulla fecondazione fa scappare all'estero chi se lo può permettere, quelle sui limiti alla ricerca fa scappare i cervelli e la legge di famiglia non regolamenta diritti e doveri di tanti conviventi. Semplice no? Perché la Chiesa dovrebbe abbassare i toni poi nel giudicare tutti questi peccatori? Li alzi pure. Aumenterà al limite il tasso di senso di colpa. Comunque sia, nessuna di queste vicende nostrane (local goods nel senso meschino delle "merci della politica con la p minuscola") giustifica quanto accaduto oggi.

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