29 dicembre 2007

APPUNTI DI FILOSOFIA - 1: DIO

L’esistenza di Dio
Voler provare l’esistenza di Dio è come voler provare l’esistenza di qualcosa ancora prima di aver definito “cosa”. Ogni prova di Dio porta infatti con se una diversa definizione dell’oggetto cercato. In realtà si manifesta ciò che cerchiamo solo dopo averlo trovato o, in negativo, per non averlo trovato.
Ne consegue che Dio è un sentimento, un afflato. Dio come afflato esistenziale per eccellenza. Dio è il rapporto con qualcosa che non possiamo afferrare, con tutto ciò che sfugge alla nostra ragione. Dio è la comprensione del nostro limite. Tale ricerca è dunque alimentata dalla Scienza e non avversata. Ma se così è le Religioni sono oggi Codici ancora attuali per rapportarsi a Dio? Ne dubito ma voglio pensare che dentro di esse si siano stratificate grandi Tradizioni, enormi ricchezze che non possono restare inaccessibili per ragioni mondane.
Ma torniamo alla filosofia e alle prove dell’esistenza di Dio.

Onnisciente, onnipotente e infinitamente buono
Ecco un esempio di qualcosa che non può essere cercato a priori. Troppi attributi tutti insieme. Nessuna prova della sua esistenza può postularli a priori senza dover fallire al primo tentativo. Tali qualità vanno dimenticate e fanno parte del repertorio storico del teismo, ossia dell’ebraismo ovvero del cristianesimo ovvero dell’islam.
Se per esempio pensiamo a Dio come causa prima le suddette qualità non ne conseguono. La più debole di tutte è di certo quella etica. In ogni caso nelle stesse tradizioni teiste non è così scontato che Dio si identifichi con la Natura, quanto al contrario che sia di essa un progetto di redenzione. Esiste un rapporto dialettico tra Dio e Natura che prevede il Male come Negazione dialettica di Dio. [indagare Hegel su argomento – mi mancano conoscenze]. Se dovessimo applicare la Dialettica hegeliana ne conseguirebbe tale schema: Dio – Male – Natura / Natura – Dio Redentore – Palingenesi. Il primo nella posizione di Dio Padre, il secondo nella posizione di Dio Figlio e lo Spirito Santo dentro ogni Sintesi, ossia Natura in forma parziale ovvero Palingenesi in forma omnipermeativa.
Questo il Dio delle principali Religioni del mondo. Ha esso qualcosa a che vedere con la domanda filosofica sull’esistenza di Dio? Cercherò di dimostrare di no. La domanda filosofica nasce infatti dalla Filosofia della Natura mentre qui Dio è un progetto estraneo alla Natura stessa. Non conta sapere se ne è il Creatore (prova teleologica e prova cosmologica), egli è innanzitutto Estraneo alla Natura e la sua presenza in essa è problema successivo.

Dio è la Natura
Altra via d’uscita è ovviamente quella di identificare al contrario Dio con la Natura. Tale percorso è il Paradigma oggi imperante e sotteso nel sentimento di molti ma non sempre in quello popolare e tradizionale dell’Occidente. Esiste un conflitto sotteso e non manifesto da parte delle grandi Religioni teiste. Si evita lo scontro con questo Paradigma a favore invece di una guerra con il Secolarismo, il Razionalismo e l’impero della Tecnica. Se questo avvenga per impreparazione o per ignoranza non mi è dato saperlo. Personalmente ritengo questa però la battaglia decisiva.
Torniamo alla filosofia. Se Dio non è causa prima dell’Universo ma è l’Universo nella sua accezione più ampia ossia dell’Universo che lo si pensi sia come Evento unico sia come Evento tra gli Eventi ovvero come Apparenza Evento di un Essere, ecc… comunque lo si voglia pensare la domanda su Dio si identifica con la domanda sul Mondo e sull’Essere. E’ questo il Dio dei Filosofi ma è un Dio che annulla quello delle Religioni teiste lasciando spazio solo a quelle Orientali e forse tra queste solo al Buddismo.

Panico esistenziale
Ne consegue un panico esistenziale. Trovarsi improvvisamente fuori da tutta la tradizione occidentale e doversi liberare come di una zavorra di quella Dialettica che sopra abbiamo descritto non è facile da dirsi. Opporrò dunque la massima resistenza. Per ora continuerò a chiedermi se la Storia dell’Umanità sia dentro quella Dialettica che porta all’attesa del Redentore, come credono gli Ebrei, o se sia dentro invece alla Negazione del Dio Redentore come per i cristiani o se si possa fare a meno di questa Dialettica Storica (il Redentore) come per l’Islam che si ferma al primo passaggio e lo rende assoluto in questo schema: Dio – Natura – Paradiso, dove ad essere redenta non è la Natura e la Creazione ma soltanto l’Uomo per il quale è già pronta una Creazione purificata dal Male e che lo aspetta dopo la morte.
Possono queste tre Tradizioni teiste continuare ad incontrare la Filosofia?

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