01 novembre 2006

NOTTE MALEDETTA

Caro Michele,
quanto è difficile credere anche in questo gesto di scriverti, sapendo che non ci sei e che è tutta una messa in scena per consolare noi del fatto che tu non ci sarai più!
Oggi volevo scrivere con lo spray sulla saracinesca: “Michele vivrà ancora nei nostri ricordi MA E’ POCA COSA: Vogliamo giustizia!” Invece ora, ora che il balordo è stato preso, poco m’importa della giustizia o della vendetta. Per me possono ammazzarlo, imprigionarlo o liberarlo: è lo stesso. Nulla e Nessuno mi restituirà Michele. Vorrei solo vedere questo marciapiede tappezzato di fiori, a ricordo di quanto, ogni sera, si riempiva semplicemente di noi. Ma vorrei anche fare una grande pira per lasciare un buco nero dove sorgeva il Joy’s e non permettere più a nessuno che lo si sostituisca con altro. Un lutto permanente!

Non scopro oggi quanto ti fossi legato. Eppure era una cosa da poco. Una piccola dose di serenità, di gioia, di acqua fresca. Sapere di te che ti alzavi la mattina e andavi al mercato o al nostro fruttivendolo preferito. Sapere di te e della gioia che ci mettevi. Sapere che eri qui e sapere di LEI e dei tuoi collaboratori, belli come te e a cui tu mancherai come un coltello puntato nel cuore.

Penso a quella sera in cui io ed Elle siamo rimasti a bere un’ultima tarda birra, appollaiati nel tuo pub. Fu allora che ti avvicinasti e mi dicesti “io so chi sei tu e non tu non ti ricordi invece di me”. Io sino ad allora adoravo semplicemente la tua birra. Dopo quella notte adorai questo posto e lo inizia a pensare come fatto anche di me. Facemmo quasi l’alba prima a ricordarci di PROGETTO RADIO, poi a raccontarne a Elle e poi a lasciarti la scena, a sentire delle tue gesta in India. Fantastico fabulatore. Ho riso a crepapelle quella notte e per Elle sei stato una delle più belle scoperte di umanità, un regalo che da tanto la vita ci negava. Una meteora caduta dal mio passato (il passato di cui si ha nostalgia) che invece ritorna rinnovata e più splendente di prima. Anche per questo ti ho amato. Per la luce che hai fatto tornare da un passato ingrigito di memoria. Così da allora, da quella splendida notte in cui abbiamo chiuso soli noi tre il locale all’alba, per me ed Elle il Joy’s era diventato tutto, l’anima e il sorriso sotto casa, a due passi da noi, dai nostri bimbi. Un luogo dove abbiamo iniziato a portare sempre più volentieri i nostri amici, a cui poter dare appuntamento a casa o sotto casa, come fosse lo stesso, e con te sempre partecipe… Ieri ci hanno strappato un pezzo di carne, un pezzo di cuore, un angolo di casa, un luogo di ristoro nel senso più vero del termine. La nostra oasi. Ed era tutto merito tuo e della tua umanità. Maledetto questo giorno Michele! Ho una rabbia che non contengo e che non so come tirar via.

Anche solo per questo, … forse, varrebbe la pena sperare in un quartiere che sappia ribellarsi. Ci vorrebbe una grande piazza bella, dedicata a te Michele. Non mi consolerebbe ma almeno sapremmo di continuare a vivere con lo spirito che ti apparteneva. Almeno questo te lo dovremmo, Michele. Una grande piazza bella e dove vivere la notte e rinfrescarsi la mente, in un quartiere che scopra di avere dignità e voglia di fare.

Domani porterò un grande mazzo di fiori. Spero di trovarne altri cento!

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