10 ottobre 2005

PLACIDO ROMANZO

Finalmente! Grande simpatia per Placido e per il suo tentativo, come dice il recensore di mymovies, di fare "un film all'americana" (nel senso buono). Non mi sembra però che questo sia il miglior film di Michele Placido. Al contrario! Avrei preferito che Placido avesse scelto una strada a lui più congeniale. Per esempio che si fosse concentrato sul rapporto tra Scaloia e la prostituta, spiegandoci meglio la deriva passionale del commissario. Stefano Accorsi non appare credibile, non si tenta in nessun modo di costruire un personaggio che compensi l'assenza di un "physique du role" per l'antagonista dei cattivissimi. Purtroppo il film sceglie di stare a metà strada tra Rosi e Leone o per meglio paragonarlo agli americani, a cui allude maggiormente, tra un Scorsese e un Stone. Se voleva presentarci una tesi da complotto alla Oliver Stone in JFK non era sufficiente inserire qua e la dei brutti inserti di cronaca storica e poi doveva convincerci con le prove e non concentrarsi su altro. Se invece voleva fare l'epica criminale di Quei bravi ragazzi della Magliana doveva spingere l'accelleratore di più e non spezzare il ritmo con discorsi politici. La stessa colonna sonora pur bella è NULLA! Bisognava costruire un tessuto sonoro che descrivesse il passaggio epocale (esemplare il già citato Goodfellas) e invece si mette un po' tutto dappertutto, nonostante un avvincente avvio anni '70 (i ragazzi in auto che cantano). Bruttissimo a mio parere infine il finale. Mi ha fatto male quell'inquadratura finale da guardie e ladri dei polizziotti che corrono sul bagniasciuga. Terribile, melenso e moralistico. Come solo il cattivo cinema italiano sa essere. Nonostante ciò questo ROMANZO CRIMINALE rimane uno dei tentativi più importanti di uscire dalle pastoie di un cinema incapace di raccontare la nostra realtà. Bravo Placido, sei il più coraggioso e spero che il pubblico ti premi. Sicuramente tra i film italiani in sala è quello da scegliere. Lo spettacolo è garantito nonostante le tre ore e tra una commediuccia americana e un pasticcio francese non c'é da avere dubbi a preferire un buon film italiano non riuscito del tutto. Peccato che nemmeno questa volta si sia seguito il consiglio di Chabrol di saper imitare gli americani da autori e non da "industriosi".

MARGHERITA BUY NON SI ABBANDONA

Senza voler essere cattivo: non capisco il successo dei film di Faenza. Personalmente penso che sia dovuto ad una sorta di assuefazione del pubblico italiano alla mediocrità del cinema e della televisione. Ciò detto ho visto la prima metà del film con sorpresa. Il film mi stava piacendo e lo trovavo anche coraggioso. Credo che sia iniziato a crollare man mano che le sue ambizioni salivano. La prima scena che mi ha urtato è stata quella della porta che non si apre. Un vero pasticcio. Di lì in poi il fastidio si è trasformato in irritazione se non peggio: apoteosi il cane che attraversa il palco! Il pubblico che era vicino a me sembrava reagire allo stesso modo ma ciò non leva un passaparala positivo. Credo che piaccia del film il tema, il sentirselo vicino, sia per le donne che per gli uomini se di mezza età. La Buy è davvero notevole, quanto basta per andare comunque a vederlo. Ciò non leva che è incapace di fare scene di sesso. Anche con registi capaci su queste corde ha fallito (vedi Pozzessere), con Faenza non c'era molto da sperare ma la scena non inizia male solo che poi si decide di far pesare tutto su Alessia Goria il peso erotico della scena. Brutta scelta e la Buy non avrebbe dovuto accettare, per etica professionale! Peccato, sono convinto che Margherita Buy se si decidesse sarebbe capace di regalarci momenti di rara intensità erotica, grazie proprio al suo pudore e alla sua intelligenza.