28 novembre 2009

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24 novembre 2009

THE LYNCH'S LANG

E accompagnarono fino alle porte della città la povera creatura, che ad ogni passo cadeva in ginocchio, implorando pietà con le mani giunte. Era già scesa la notte. La giovane camminò come un automa, addentrandosi nel deserto finché il vento caldo che soffiava nell'oscurità fustigandole i capelli le fece aprire gli occhi. Allora le sue narici si dilatarono per accogliere le esalazioni che arrivavano chissà da dove e, fermandosi rivolta alla città, si spogliò. Si tolse il vestito e tutto ciò che fino a quel momento aveva mascherato la sua natura originaria fino a rimanere nuda. E allora, tendendosi con la coda diritta e i duri occhi fosforescenti, la leonessa ruggì.

da 'La signorina leonessa'
H. QUIROGA

12 novembre 2009

LETTERA AL SEGRETARIO DEL PD DI PUGLIA


Caro Segretario del Partito Democratico di Puglia Sergio Blasi,
noi iscritti, simpatizzanti ed elettori del PD ti scriviamo questa lettera aperta per chiederti di compiere un gesto di coraggio, dando prova della novità politica che il PD, dopo questo Congresso, vuole rappresentare anche in Puglia. Ridare slancio – come tu scrivi - a quel “laboratorio originale, frutto dell’incontro virtuoso tra la politica e la società” richiede oggi un gesto di coraggio e noi ce l’aspettiamo in primo luogo da te.

Quanto da te scritto nel Programma per il PD pugliese, sulla necessità di ricorrere per le cariche monocratiche alle Primarie, e l’esperienza di democrazia e di confronto partecipato di cui il PD negli ultimi mesi, proprio attraverso le Primarie, ha saputo dar prova a tutto il Paese stride con le notizie che ci giungono, ogni giorno, di trattative per le prossime elezioni regionali svolte al chiuso delle Segreterie dei Partiti e soltanto intente a contare il numero dei voti che ogni lista può portare in cambio di questo o quel accordo sulle posizioni di potere. Non è questa la politica che vogliamo. Per la scelta del prossimo Candidato vogliamo che si discuta di Programmi e di impegni che nel prossimo mandato ci si assume con l'elettorato. Noi firmatari di questa lettera siamo convinti, al contrario, che evitare le Primarie tradisca solo la paura di perdere consensi qualora ci si sottoponesse all'esame spietato che ogni competizione vera porta con sé. E' invece lo “spettacolo della politica di palazzo” che sta già iniziando a danneggiarci e ti invitiamo quanto prima a fermarlo, anche per evitare che la Puglia sia svenduta sui tavoli di trattative nazionali.

E' giunto il momento che il Partito Democratico non solo si assuma la responsabilità piena d'essere la principale forza politica della coalizione ma si faccia anche forte del suo primato e della sua originalità per questa esperienza unica in Europa delle Primarie.

Caro Segretario, noi firmatari con questa lettera ti chiediamo di fissare la scadenza per la presentazione dei Candidati, invitando per altro alla prima candidatura il Presidente uscente Nichi Vendola. Contemporaneamente si invitino le forze politiche interessate ad entrare in coalizione a presentare proprie Candidature a questa competizione leale e partecipata, unitamente ad un loro Programma, oppure a convergere su quelle già esistenti. Candidature vere che potranno nascere anche all’interno dello stesso Partito Democratico perché differenti nel Programma.

Caro Segretario, è per il peso che nelle Primarie vere tornano ad avere i Programmi di governo che noi firmatari chiediamo al Partito Democratico di Puglia di non fermarsi solo ad indire le Primarie ma di contribuire da subito con una proposta politica radicalmente riformatrice in settori chiave quali i grandi Enti pubblici, le Aziende Pubbliche, le Fondazioni, l’Acquedotto Pugliese e, non ultimo, il Sistema Sanitario, dove, come tu hai detto nell’intervento in Assemblea Regionale, "Il PD deve farsi protagonista di un’azione legislativa che impugni il machete e spezzi le relazioni tra la politica e la gestione della Sanità. Deve farlo mettendo in campo la sua credibilità attraverso la separazione netta fra l'interesse degli imprenditori e la gestione del potere".

Occorre quindi tradurre queste parole in un’azione programmatica condivisa con il coinvolgimento dei cittadini e degli utenti anche nella proposizione di appositi strumenti legislativi, non ultimo con una Legge Regionale che renda legali, come in Toscana, le Primarie per l’elezione delle cariche e dei candidati. Tutto questo nel segno sia del “federalismo progressista”, che deve vederci rilanciare la sfida della modernizzazione del Sud, sia della sussidiarietà come “protagonismo nella gestione dei poteri” in alternativa a vecchi e nuovi statalismi.

Se il Partito saprà usare l’occasione delle Primarie anche per mettere in moto questo processo di ascolto e radicamento sul territorio avremo vinto insieme due sfide: quella elettorale e quella del rilancio nel prossimo futuro della Puglia come laboratorio politico originale di “Regione d’Europa”. Sono le tue parole e noi vogliamo vederle messe in pratica.

Ti invitiamo pertanto, con calore e solidarietà, ad agire tempestivamente e con un gesto di discontinuità sullo spettacolo presente che la politica offre agli italiani ma di continuità con quella Primavera pugliese che vide vincente sia il Governatore Nichi Vendola sia il Presidente del PD di Puglia Michele Emiliano. Chiunque dei candidati sarà vincente alle Primarie per le Regionali 2010 sarà vincente anche alle elezioni. Ne siamo convinti.

PER FIRMARE QUESTA LETTERA ENTRO IL 22 NOVEMBRE 2009 CLICCA QUI OPPURE SCRIVI UN COMMENTO QUI SOTTO

06 novembre 2009

UNA LINEA CHIARA PER IL PD

Ricopio un importante articolo apparso il 5 novembre su La Repubblica a firma di Tito Boeri, di cui occorre discutere nel PD, in ogni Circolo, perché si arrivi ad una azione condivisa e matura di alternativa al governo, come il nuovo Segretario del PD propone, ma altrettanto chiaramente orientata verso la modernizzazione del paese.

UN'AGENDA ECONOMICA PER IL PD
Il ministro dell’Economia prende tempo sostenendo che non sa cosa può fare, che attende il gettito dello scudo per decidere. La verità è che non sa cosa deve fare, non ha un progetto. Più che i soldi gli mancano le idee. Si limita a reagire alle richieste degli altri che, ovviamente, diventano sempre più pressanti. Per questo è oggi essenziale che ci sia un’opposizione in grado di imporre la propria agenda. Nel vuoto di idee, imporre un’agenda al governo è una missione tutt’altro che impossibile. Lo dimostrano i primissimi passi di Dario Franceschini, quando il neosegretario aveva posto al centro del confronto politico una riforma, quella degli ammortizzatori sociali. Sarà un partito mai nato, ma sicuramente il Pd è un progetto che sta a cuore a molti italiani: lo dimostrano i 3.067.821 cittadini che sono andati a votare il 25 ottobre. Bersani ha vinto in 20 regioni su 20. E’ un risultato non da poco in tempi in cui si levano forti i venti di secessione e i partiti tendono a diventare fragili coordinamenti di partiti locali (chi seguirà l’esempio del Pdl Sicilia?). Bene che il neo-segretario valorizzi questi punti di forza, rassicurando il popolo delle primarie sulla sua intenzione di non tornare indietro, di accettare il principio secondo cui le principali cariche di un partito che ha un’identità nazionale debbano essere messe al vaglio di un elettorato che rappresenta questa identità molto meglio degli iscritti. Basti pensare che gli iscritti al Pd della Campania sono più di quelli di Lombardia, Piemonte e Veneto messi in insieme. Non sarebbe una dichiarazione di rito. Prima del voto Bersani aveva chiesto al popolo delle primarie di limitarsi a confermare il voto degli iscritti, per non creare fratture. Come se gli iscritti non potessero compiere errori nel selezionare i leader! La prima settimana del neosegretario se ne è andata con incontri coi partiti di opposizione. Anche l’agenda della seconda e della terza settimana contemplano molti incontri al vertice, fra cui uno, attesissimo, con Casini. Si parlerà di alleanze, battono le agenzie. Non credevamo che fossero questi i problemi della gente. E speriamo che non sia la composizione dei gruppi parlamentari dopo le ultime dipartite, la presidenza del Copasir dopo l’abbandono di Rutelli, il lavoro di cui si intende occupare prioritariamente il neo-segretario. Bersani è noto perle sue lenzuolate. Bene che questa volta sia più parco. Tre, quattro, cinque, al massimo idee forti, chiare, da lanciare e da ripetere fino alla nausea. Ha ragione a porre al centro di tutto il lavoro perché è li che si investe nella maggiore risorsa del nostro paese, il capitale umano. Ma cosa vuole fare in concreto per facilitare la transizione della nostra struttura produttiva verso i suoi nuovi vantaggi comparati, per proteggere chi perde il lavoro e al contempo accelerare la ristrutturazione dell’industria italiana, per contrastare il precariato facendo sì che si investa di più nella formazione di chi entra oggi nel mercato del lavoro, per spingere verso il nostro paese immigrazione maggiormente qualificata? Bene che prenda posizione, che dica la sua sulle tante proposte da tempo in discussione: il contratto unico a tutele progressive, la riforma degli ammortizzatori sociali, il sistema a punti per l’immigrazione, il visto per gli studenti stranieri. Bene che dica se intende migliorare e al tempo stesso accelerare l’attuazione della riforma-rinvio dell’università del ministro Gelmini. E’ un compito molto difficile fare l’opposizione a un governo populista. Ad essere realistici, responsabili, si rischia di essere scavalcati dalla demagogia. Ne sa qualcosa l’ala sinistra della Cgil superata da Tremonti nel suo inno al posto fisso. Bersani ha detto che il suo Pd si occuperà «dei problemi della gente». Che «occupazione e lavoro» saranno «al centro delle priorità». Bene. Abbiamo vissuto sin qui la crisi con un governo che ha scelto di non scegliere e che ora, pressato dalle parti sociali più che dall’opposizione, dimostra ancor più di non avere alcun disegno di politica economica. Ci sono, comunque, alcuni principi cardine che possono essere affermati anche stando all’opposizione, che fanno bene al Paese e non riducono i consensi. Primo, proprio perché il nostro paese ha bisogno di migliorare il modo con cui utilizza il proprio capitale umano, vanno evitati in tutti i modi i provvedimenti settoriali e selettivi, che avvantaggiano alcune imprese di fatto a svantaggio delle altre. Bene opporsi, dunque, agli incentivi solo per l’auto o agli sgravi solo per le piccole imprese. Ci vogliono misure orizzontali, regole uguali per tutti. Il secondo principio è che i veri tagli alle tasse si fanno con tagli altrettanto veri alle spese. Chi li propone, dunque, ha il dovere di indicare dove troverà le risorse per finanziarli. Tenendo conto che circa due terzi della spesa pubblica in Italia è concentrata in tre voci: autonomie locali, interessi sul debito pubblico, su cui il Governo ha pochissima voce in capitolo, e previdenza. Non è credibile un impeto a tagliare le tasse da parte di chi non ha intenzione né di intervenire sulla previdenza né di sanzionare le amministrazioni inefficienti, e che ha regalato 4 miliardi alla Regione Sicilia dopo che questa aveva aperto una voragine nei conti della sanità. Non lo è nemmeno da parte di chi non prende le distanze da Bassolino, per molti anni Governatore di un’altra Regione gestita malissimo. Bersani ha un’occasione per distanziarsi da queste pratiche: denunci pubblicamente il fatto che il recente accordo fra Stato e Regioni permette che siano gli stessi Governatori responsabili del dissesto a commissariare le Regioni coi conti in rosso! E’ un paradosso che significa rinunciare a sanzionare nell’unico modo possibile, politicamente, le amministrazioni inefficienti. Terzo principio, ci sono tante riforme fondamentali per il Paese che possono essere fatte senza aumentare le spese o tagliare le tasse. Anche solo riordinando il gettito tributario, abbassando le tasse sul lavoro e aumentando quelle sulle attività mobiliari e immobiliari, si può migliorare l’utilizzo del nostro capitale umano.
Tito Boeri